Piazza di Spagna, ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti che la collega all’omonima piazza, è una delle più famose di Roma.
Deve il suo nome al palazzo di Spagna, sede dell’ambasciata dello Stato iberico presso la Santa Sede dal 1622. Vista dall’alto appare come la forma ad “ali di farfalla”, formata da due triangoli con il vertice in comune. Al centro della piazza vi è la nota fontana della Barcaccia, che risale al primo periodo barocco, realizzata da Pietro Bernini e da suo figlio, il più celebre Gian Lorenzo. L’8 settembre 1857 Papa Pio IX inaugurò la Colonna dell’Immacolata che presiede Piazza di Spagna in ricordo della definizione del dogma dell’Immacolata Concezione.
Attualmente l’omaggio floreale di piazza di Spagna, sempre accompagnato da una preghiera mariana del Papa, è una delle cerimonie religiose più amate e popolari di Roma. La piazza è citata in una famosa poesia di Cesare Pavese, denominata “Passerò da piazza di Spagna”, il cui testo è stato riportato integralmente su una targa vicino alla sala da tè Babington’s.
Piazza di Spagna, at the foot of the Spanish Steps that connect it to the square of the same name, is one of the most famous in Rome. It owes its name to the Palazzo di Spagna, home of the embassy of the Iberian State to the Holy See since 1622. Seen from above it appears as the shape of “butterfly wings”, formed by two triangles with a common vertex. At the center of the square is the famous Barcaccia fountain, which dates back to the early Baroque period, created by Pietro Bernini and his son, the more famous Gian Lorenzo. On September 8, 1857, Pope Pius IX inaugurated the Column of the Immaculate Conception that presides over Piazza di Spagna in memory of the definition of the dogma of the Immaculate Conception. Currently the floral tribute in Piazza di Spagna, always accompanied by a Marian prayer by the Pope, is one of the most loved and popular religious ceremonies in Rome. The square is mentioned in a famous poem by Cesare Pavese, called “I will pass by Piazza di Spagna”, the text of which has been reported in full on a plaque near Babington’s tea room.